Discussione:
[Sentenza Aquila] Motivazioni ancora meno convincenti
(troppo vecchio per rispondere)
Giulia
2013-03-31 06:17:53 UTC
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http://www.repubblica.it/cronaca/2013/03/30/news/sisma_aquila_ciccozzi-55561544/?ref=HREC2-7

L'arrampicata sugli specchi e' notevole , sopratutto partendo da una premessa sbagliata,
cioe' che la commissione abbia rassicurato (non si specifica riguardo a cosa e non ho intenzione di comprargli il libro per scoprirlo)
ipotizzo rispetto al fatto che il cretino del radeon avesse previsto un terremoto a breve.

Insomma se la buttimao sulla antropologico chi lo dice alla "tribu" aquilana che stare un po' di giorni in macchina dopo una scossa di terremoto e' da idioti e
ignoranti?



Giulia
Roberto Deboni DMIsr
2013-03-31 20:02:03 UTC
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Post by Giulia
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/03/30/news/sisma_aquila_ciccozzi-55561544/?ref=HREC2-7
L'arrampicata sugli specchi e' notevole , sopratutto partendo da una
premessa sbagliata, cioe' che la commissione abbia rassicurato (non si
specifica riguardo a cosa e non ho intenzione di comprargli il libro per
scoprirlo) ipotizzo rispetto al fatto che il cretino del radeon avesse
previsto un terremoto a breve.
Sarebbe "radon" e dargli del cretino sarebbe diffamazione ...

Bell'articolo. Ho trovato conferma qui:

""È falso e fuorviante. Il mio lavoro di consulenza si è basato proprio
sulla differenza cruciale tra "mancato allarme" e "rassicurazione
disastrosa". Significa che la diagnosi fatta dagli esperti ha avuto
effetti disastrosi perché, grazie al potere persuasivo dell'autorità
della scienza, ha prodotto una rappresentazione sociale rassicurante
che ha pervaso il senso comune, riducendo la percezione del rischio
e causando, insieme alla vulnerabilità degli edifici, la perdita di
vite umane".

e qui:

"Altro imbroglio. I cinquemila scienziati hanno firmato un appello contro
l'idea che si processassero degli scienziati per non aver previsto un
terremoto. Un appello così lo avrei firmato anch'io, ma nella realtà
quell'appello è una mistificazione. E' bene ripeterlo: il processo non
era per non aver previsto il terremoto, ma per aver previsto che non ci
sarebbe stato nessun terremoto, non per "non aver allarmato" ma per aver
rassicurato".

E' accaduto quanto abbiamo spesso visto sul nucleare (solo che in questo
caso sono stati coinvolti ignari cittadini esteri). Viene posta una
domanda tendenziosa, la cui risposta e' quasi ovvia (tipo: "volete vivere
vicino ad una centrale nucleare ?" e' ovvio che la risposta e' no, ma
e' no perche' e' la risposta che si darebbe per qualsiasi grossa centrale
con potenze dalle centinaia di MW in su che significa una attivita'
industriale rumorosa, cavi dell'alta tensione e grossi trasformatori, etc.
C'e' una scienza che studia appositamente come produrre sondaggi a proprio
uso e consumo, e non solo nel settore pubblicitario).

In questo caso la petizione era scritta in modo da indurre i firmatari a
credere cio' che qui si continua a ripetere : e' stata processata al scienza.

Direi che e' un esempio di propaganda. Ma all'estero gioca male, perche'
se in Italia non c'e' contradditorio, altrove le bugie hanno le gambine
ed il fiato corto. Infatti, ad esempio i giornalisti anglosassoni, si
piccano di andare a sentire "anche" l'altra parte (al contrario della
cultura latina della "prima impressione e' quella che conta").
E cosi' nel giro di un mese, l'indignazione si rovescia (ma questo sui media
italiana non passa ...):

"The L’Aquila earthquake case is not “science on trial”. It is a challenge
to the way public officials communicate risk."

e scrivono:

"... the accusation refers to *unreasonable* reassurances given by the six
scientists, part of a ‘major risks’ advisory expert panel ..."

Leggesi: rassicurazioni *irragionevoli*
che significa che sono andati oltre i loro compiti, ma hanno convertito i
loro numeri in "rassicurazioni" senza che avessero ragioni di farlo.
Ovvero non e' loro compito "decidere" se avere o meno paura.
Forse e' sempre stato cosi' in passato, ma era sbagliato.
Gli esperti devono limitarsi a ... "dare i numeri" :-)

Nota: ma se il popolino insiste ad avere un consiglio, da me, con una
carica delicata di responsabilita' tecnica ?
Oggi la risposta e' facile: "Mi dispiace, ma se vi do' un consiglio e
mi sbaglio finisco in galera come a l'Aquila. Vi dico solamente come
stanno le cose: se non fatte nulla rischiate "tot", se agite rischiate
"altro" (come di spendere soldi e prendersi un malanno per il freddo).
Consiglio non ne ho."

Sono certo che coloro con la mentalita' di "sudditi" non saranno d'accordo,
anzi diranno: "Con tutti i soldi che li paghiamo, pretendiamo un consiglio,
un giudizio."
Ma oggi devono farsi una ragione: il professionista non solo non e'
tenuto a dare consigli, ma rischia concretamente nel farlo.
[A meno che ogni percettore del consiglio non firmi una liberatoria che
si prendono ogni responsabilita' delle conseguenze nel seguire i
consigli dati - che in una societa' libera dovrebbe essere ovvio che sia
cosi' ... essere liberi significa essere responsabili delle proprie
azioni]

In ogni caso, dopo l'indignazione, Nature scrive:

"The manslaughter convictions of seismologists in Italy offer a timely
reminder of science's core functions to both scientists and non-scientists"

ove rimandano al concetto che gli scienziati devono fare gli scienziati
ed altri devono prendere le decisioni. I dico che deve essere il singolo
cittadino (quando e' possibile accettare comportamenti differenziati, chi
in casa, chi in auto), altri potrebbero dire e' una decisione politica.
Quello che e' certo che gli scienziati non possono e non devono accettare
di fare i politici. Altrimenti, abusano della loro autorevolezza.
Almeno un politico si sa che tira l'acqua al suo mulino.
Ma, come sappiamo molto bene in Italia (senza ricorrere all'antropologia,
visto che ci viviamo dentro - anche se trovo interessante l'approccio)
se uno scienziato o un tecnico "importante" prende la parola, forse a
causa del basso livello di cultura scientifica e tecnica in Italia,
qui le masse letteralmente pendono dalle labbra di questo VIP.

http://arxiv.org/pdf/1211.3175v1

Si rifletta su questo paragrafo:

Consider one press reaction to the l’Aquila Six verdict. Citing the prediction
by California seismologists that there was a 95% chance of an earthquake
occurring in a specific portion of the San Andreas fault, one of the most
dangerous sites in North America for devastating tremors, within eight years,
one commentator noted “and they were wrong”. What does that remark
mean? Nothing! They neither were, nor could be, wrong. If something has
a chance of happening it does not mean it will. And 95%, while it seems
a good outcome for an election, is hardly reassuring from any statistical
point of view. It is, in fact, a statement of uncertainty and could just as
easily be quantified as “some” chance. But for quantification, it is what
comes out of predictive models. The comment, instead, made the correct
scientific statement into something it was neither intended to be nor could
be, a certainty.

Lo scienziato si tenga sul suo 95% e non dia' alcun consiglio. Piu'
semplice di cosi' ...
Se poi i giornali vengono fuori che significa di avere toppato, che si
cuocciano nel loro brodo. Del resto se un giornale avesse presso quel
95% (se all'inverso era un 5% di rischio) per dire con sicumera:
"State a casa che non c'e' pericolo perche' e' quasi 100%, ovvero 95%,
che non succedera' nulla" non subiranno conseguenze (salvo un calo
delle vendite) perche' semplicemente non sono "scienziati" e quindi i
polli che vogliono dare un peso maggiore ai giornalisti di quello che
meritano sono causa dei loro mali [un caso a parte sarebbe per una
reputabile rivista scientifica ... qui potrebbe anche rischiare].

Meditate:

"Reporters often behave stupidly at this point, impatient and bored with
details they don’t want to understand. It is far easier to ask
ludicrously direct yes/no questions than wait for a reasoned reply.
Nonetheless, *it is the scientists’ obligation* to *persist* in forcing the
*proper telling* of their story, to insist that they be correctly quoted
and to vigorously hound – and correct – those who distort their message."

Insomma, i tecnici non devono farsi tirare per il naso da giornalisti in
cerca della "notizia". E questo che l'Aquila deve anche insegnare.
Post by Giulia
Insomma se la buttimao sulla antropologico chi lo dice alla "tribu"
aquilana che stare un po' di giorni in macchina dopo una scossa di
terremoto e' da idioti e ignoranti?
Malato e coniuge si presentano dal chirurgo. Il chirurgo consiglia di
fare una operazione chirurgica, ma che sarebbe poco invasiva e si fa in
day hospital (ovvero si sbriga in alcune ore e si torna a casa per la
convalescenza). C'e' un rischio ma e' minimo, consiglio di fare.
Il malato annuisce sollevato (*).
Il coniuge pero' dice: "Senta, pero' si tratta pur sempre di fare un
buco, per quanto piccolo, anzi tre, nella pancia. Percio' c'e' un
rischio: quindi chiedo, quale e' il tasso di mortalita' ?"
A domanda diretta, il chirurgo risponde "2%"
E quale e' il rischio di morte che si incorre nel non operare.
Il chirurgo: "Difficile dirlo, le cose potrebbero precipitare, oppure
puo' arrivare fino alla vecchiaia senza sintomi. Diciamo che grosso
modo i rischi sono dello stesso ordine."
Il malato non sorride piu' e dopo avere pensato un attimo dice:
"Ho deciso di non farmi operare."

Cosa ci insegna questo racconto ? Che molti professionisti tendono a
"decidere" per conto del cliente, invece di fornire i dati ottenuti dal
suo sapere e lasciare che il cliente prenda una decisione.

Ergo, se il colloquio fosse terminato al punto (*) e poi il malato
moriva, e' piu' che probabile poi il coniuge possa citare per danni il
chirurgo per non avere fornito quel tasso di mortalita'. Infatti per
un chirurgo, abituato periodicamente ad avere morti sul tavolo operatorio
(non perche' sia un carnefice, ma semplicemente perche' non sempre capita
di operare con speranza di buona riuscita), puo' essere che un rischio
del 2% sia un rischio accettabile.
Ma non e' detto che il cliente (il malato o i parenti) considerino
altrettanto che un 2% sia accettabile. Ovvero, quel malato, nell'ascoltare
il medico che dice: "rischio minimo, consiglio di fare ..." potrebbe
(e spesso lo fa) interpretare quel minimo come qualcosa tipo 1 morto
su 100'000 (o su un milione ?), specie se lavora in ufficio, ove i
colleghi generalmente vanno in pensione e non muoiono sul lavoro.
Insomma, quando il professionista, prende i dati che sono il risultato
della sua conoscenza ed esperienza (e di questo il malato si deve fidare,
salvo richiedere un secondo o terzo parere se c'e' molto in gioco), ma
poi passa alla fase successiva di "pesarli" per prendere una decisione
al posto del cliente, e' altamente probabile che nel fornire le
conclusioni/decisioni al cliente, lo stesso abbia aspettative ben diverse
sul risultato stesso. Se invece il medico quantifica, ad esempio, citando
i due tassi di mortalita' (operando o non operando):
- da una parte il cliente e' in grado di prendere una sua decisione
- il cliente certamente non puo' negare di essere stato informato che
ogni 100 operati, 2 muoiono sul tavolo operatorio (in genere a causa
di problemi con l'anestesia oppure per conseguenze postume)

Battuta) un medico mi ha replicato di fronte ad un discorso cosi':
"Ma se i dico che muoiono alcuni pazienti ogni 100, nessuno si fa piu'
operare ..."
[lascio a voi i commenti ...]


Sperando con questo paragone di avere dato alcuni spunti di riflessione,
mi porta sulla vicenda del terremoto.
Nessuno (stupidi esclusi) dice che gli scienziati debbano sapere prevedere
con certezza se ci sara' o non ci sara' un terremoto. Nessuno (salvo gli
stupidi).
Quello che si chiede agli scienziati e' di fornire i loro dati, condensati
in una probabilita' o una escursione di probibilita'. Che avvenga un
terremoto o che non avvengano scosse. Niente di piu'.
Dicano che si stima "altamente" probabile o "trascurabilmente" probabile
che ci sia un terremoto (e tutti i valori intermedi, a seconda di cosa gli
suggerisce la loro scienza). Anzi, meglio se danno il numero: 50%
(probabilmente, da quel poco che capisco della materia, e' il valore piu'
alto che ci si puo' azzardare per una previsione positiva) per la
previsione, oppure un 2% o quello che e' per una previsione di scarsa
probabilita'.
Poi sara' il singolo cittadino a decidere se correre o meno rischi.
A costo, per quelli che temono anche un 2% di rischio, di sentirsi dare
degli idioti: "nel stare un po' di giorni in macchina dopo una scossa di
terremoto".
Non ritengo pero' che si applichi l'appellativo di "ignoranti" ... ci pensi
su Giulia.

Quello che non deve piu' accadere e' che i professionisti si permettano di
trarre "loro" le conclusioni, per conto di tutti i cittadini, sui dati
ricavati con la loro scienza. Insomma, nessuno gli ha chiesto di passare
dalla scienza alla ... coscienza.

Ed e' questo che insegna la sentenza: tu geologo, dimmi cosa hai trovato,
dimmi quanto pericolo c'e', ma lascia a me decidere se quel pericolo e'
tanto o poco. Questo non e' oscurantismo, ne processo alla scienza.
Questo e' mettere la briglia a comportamenti paternalistici (o materni) di
figure che scambiano il loro alto livello di preparazione professionale
come ragione per deliberare al posto delle masse.
--
Roberto Deboni
Daniele Orlandi
2013-03-31 20:35:14 UTC
Permalink
E' bene ripeterlo: il processo non era per non aver previsto il terremoto,
ma per aver previsto che non ci sarebbe stato nessun terremoto
Rinnovo la mia idea che non ci hai capito una fava...
--
Daniele "Vihai" Orlandi
Bieco Illuminista #184213
Roberto Deboni DMIsr
2013-04-01 21:41:24 UTC
Permalink
Post by Daniele Orlandi
E' bene ripeterlo: il processo non era per non aver previsto il
terremoto, ma per aver previsto che non ci sarebbe stato nessun
terremoto
Rinnovo la mia idea che non ci hai capito una fava...
Ha ragione, ho scritto male (del resto diventa chiaro per chi
leggesse le motivazioni della mia posizione, su cui magari si potrebbe
anche aprire un confronto invece di attaccarsi ad una svista).
Intendevo scrivere:

"E' bene ripeterlo: il processo non era per non aver previsto il
terremoto ma per aver *affermato* che non ci sarebbe stato nessun
terremoto."

Infatti e' corretto che, scientificamente non e' stata fatta alcuna
"previsione" in un senso o l'altro (l'avete ripetuto ormai alla noia
che i terremoti non si possono prevedere e concordiamo).
Ma questo e' proprio il motivo per cui sono stati condannati.

Proviamo a vederla cosi': "Se il Mega Scienziato Galattico studiando i
ponderosi dati forniti da tutto il Mega Galattico Sistema Geologico
Nazionale conclude che la probabilita' di un terremoto e' del 5%,
puo' sentirsi legittimato a venire fuori con una raccomandazione
che EQUIVALE ad una IMPOSSIBILE previsione che non ci sarebbe
stato alcun un terremoto ?"

Insomma, non hanno scritto in alcun dei loro documenti: "Non e' previsto
alcun terremoto". Questo e' vero. Del resto se l'avessero fatto,
avrebbero fatto una figuraccia nel mondo scientifico.

Ma a questo punto la domanda: quali sono le parole con cui, molti
aquilani, che erano per strada, sono stati convinti a rientrare ?

Nota: mi pare che la posizione di Enzo Boschi sia distaccata da quella
degli altri, perche' mi risulta all'inizio si sia limitato a definire
"improbabile" il sisma, il massimo che uno scienziato puo' affermare
allo stato attuale della seismoilogia.
Il suo errore, se e' vero, e' che poi, nel "calore" della sua
contestazione del Giuliani, sarebbe uscito con un:
"non si potevano aspettare scosse di magnitudo superiore a 5"

il che equivale ad una previsione. A sua difesa si puo' riconoscere che
e' una frase presa da una intervista e quindi vale quanto avevo
citato nel mio intervento a cui lei ha appena replicato:

"Nonetheless, *it is the scientists’ obligation* to *persist* in forcing the
*proper telling* of their story, to insist that they be correctly quoted
and to vigorously hound – and correct – those who distort their message."

Insomma, in Italia pare che ci sia troppa deferenza verso il giornalismo:
quando le proprie parole sono stravolte occorre fare ferro e fuoco perche'
i giornali siano costretti a pubblicare le rettifiche e precisazioni.
E' rischioso, perche' i giornalisti italiani hanno ricevuto dalle masse
un tale potere da potere rovinare chiunque a loro scelta.
Pero' l'alternativa e' anche il rischio del carcere, come accaduto a Boschi.
--
Roberto Deboni
Daniele Orlandi
2013-04-02 10:06:07 UTC
Permalink
Post by Roberto Deboni DMIsr
"E' bene ripeterlo: il processo non era per non aver previsto il
terremoto ma per aver *affermato* che non ci sarebbe stato nessun
terremoto"
E nessuno l'ha affermato. Si legge nel verbale.
Post by Roberto Deboni DMIsr
Ma a questo punto la domanda: quali sono le parole con cui, molti
aquilani, che erano per strada, sono stati convinti a rientrare ?
Scusa, ma siamo d'accordo che stare fuori di casa senza _nessun motivo_, a
meno che non vi si voglia stare per sempre è un comportamento irrazionale?

Allora qualunque parola che spinga a comportarsi razionalmente _dovrebbe_
essere lecita.
--
Daniele "Vihai" Orlandi
Bieco Illuminista #184213
Roberto Deboni DMIsr
2013-04-02 19:50:00 UTC
Permalink
Post by Daniele Orlandi
Post by Roberto Deboni DMIsr
"E' bene ripeterlo: il processo non era per non aver previsto il
terremoto ma per aver *affermato* che non ci sarebbe stato nessun
terremoto"
E nessuno l'ha affermato. Si legge nel verbale.
Perche' non c'e' lo cita qui ?
Almeno cosi' vediamo anche noi cosa ha visto lei.
Post by Daniele Orlandi
Post by Roberto Deboni DMIsr
Ma a questo punto la domanda: quali sono le parole con cui, molti
aquilani, che erano per strada, sono stati convinti a rientrare ?
Scusa, ma siamo d'accordo che stare fuori di casa senza _nessun motivo_,
a meno che non vi si voglia stare per sempre è un comportamento
irrazionale?
Certamente. Ma chi decide la razionalita' di un motivo ? Lei ?
Post by Daniele Orlandi
Allora qualunque parola che spinga a comportarsi razionalmente
_dovrebbe_ essere lecita.
Il punto che e' lei (o loro) vi arrogate la pretesa di sindacare un
criterio di razionalita' "assoluto" e quindi che tutti dovrebbe
accettare come indisputabile.
--
Roberto Deboni
Daniele Orlandi
2013-04-02 20:23:29 UTC
Permalink
Post by Roberto Deboni DMIsr
Post by Daniele Orlandi
E nessuno l'ha affermato. Si legge nel verbale.
Perche' non c'e' lo cita qui ?
Almeno cosi' vediamo anche noi cosa ha visto lei.
È stato postato qui nel newsgroup ma ora non riesco a cercare negli
archivi...
Post by Roberto Deboni DMIsr
Certamente. Ma chi decide la razionalita' di un motivo ? Lei ?
La logica. Se non ci sono motivi per farlo allora è un comportamento
irrazionale.
Post by Roberto Deboni DMIsr
Il punto che e' lei (o loro) vi arrogate la pretesa di sindacare un
criterio di razionalita' "assoluto" e quindi che tutti dovrebbe
accettare come indisputabile.
Esistono motivi per cui stare fuori casa, no, ergo io ti dico che SE PRIMA
TI ANDAVA BENE stare in casa, OGGI puoi stare in casa.

Siamo al lapalissiano...
--
Daniele "Vihai" Orlandi
Bieco Illuminista #184213
Daniele Orlandi
2013-03-31 20:40:19 UTC
Permalink
Giulia wrote:
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/03/30/news/sisma_aquila_ciccozzi-55561544/?ref=HREC2-7
Post by Giulia
L'arrampicata sugli specchi e' notevole , sopratutto partendo da una
premessa sbagliata, cioe' che la commissione abbia rassicurato
Se io affermo "Se non stavi fuori di casa il mese scorso non c'è motivo per
cui tu debba stare fuori casa domani" è certamente rassicurante rispetto ad
un cretino[0] che afferma "presto ci sarà un terremoto".

Ed è esattamente quello che è giusto dire senza azzardare un epsilon in più
di quello che la conoscenza scientifica ci offre.

Ed è quello che avrei affermato io e per il quale un giudice ignorante
potrebbe condannarmi domani.

Ed è sconfortante vedere come sia un concetto così difficile da
comprendere... sarà colpa del MUOS....


[0] opinione personale :)

Ciao,
--
Daniele "Vihai" Orlandi
Bieco Illuminista #184213
fuzzy
2013-04-02 09:22:54 UTC
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http://www.repubblica.it/cronaca/2013/03/30/news/sisma_aquila_ciccozz...
L'arrampicata sugli specchi e' notevole , sopratutto partendo da una premessa sbagliata,
cioe' che la commissione abbia rassicurato (non si specifica riguardo a cosa e non ho intenzione di comprargli il libro per scoprirlo)
ipotizzo rispetto al
la premessa è sbagliata ma non sa dire perchè :-)
Giulia
brava un caso comune di pregiudizio conclamato e reconfesso.

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2013-04-02 09:25:19 UTC
Permalink
Post by Giulia
Insomma se la buttimao sulla antropologico chi lo dice alla "tribu" aquilana che stare un po' di giorni in macchina dopo una scossa di terremoto e' da idioti e
ignoranti?
Giulia
vaglielo a dire tu, no? soprattutto a quelli che volevano passare la
notte in macchina e rassicurati sono rientrati in casa e sono morti,
mentre nello stesso momento la prefettura veniva evacuata (e perchè?
erano ignoranti in prefettura e idioti?) :-)

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