l***@gmail.com
2013-10-20 17:48:55 UTC
Saluto tutti.
C'è un'ipotesi che, nè a livello filosofico nè a livello scientifico, è stata mai considerata: l'ipotesi che in ultima analisi esista solo lo spazio, che sia esso la materia priam di cui tutto l'esistente fisico è costituito.
Per "spazio" si è sempre inteso un contenitore, cioè il termine è sempre stato associato alla qualifica di "vuoto".
Lo spazio, che può apparire la cosa con cui abbiamo la massima famigliarità (forse la maggiore famigliarità: concetti come la materia o l'energia ci risultano certamente più complessi) è per noi però un mistero, e quindi, per quel che ne sappiamo, in esso può essere scritta la soluzione di tutti i porblemi posti dalla Filosofia Naturale.
E se lo spazio, insomma, fosse la Materia Prima di cui è costituito tutto ciò che ci appare? Nel senso proprio di una scultura che è fatta, per esempio, di creta, la quale è stata modellata: *c'è solo* (nella percezione dello scultore e di chi ammira l'opera)la creta, e *non c'è* null'altro.
La creta viene modellata creando una variegata superficie che separa il pieno dal vuoto.
Ma come può essere modellato lo spazio?
E' sufficiente ipotizzare che abbia una densità, che può variare, **nel continuo*: è la sua densità che viene modellata, ovvero esso è modellato con valori variabili della densità da punto a punto.
La variazione di una densità, secondo la definizione che di densità si dà in fisica (e non solo) presuppone necessariamente che ciò di cui si definisce la densità sia costituito di parti discrete, "oggetti", cosicchè una densità, da quella di una popolazione a quella di un gas, è maggiore di un'altra se nello stesso volume di spazio vi sono più particelle (o lasso di tempo più eventi).
Ma, come ho detto, si tratta di un'idea nuova, di un approcio inesplorato, e quindi niente di più naturale che si introduca il concetto di densità in deroga are a quella definzione, includendo anche il continuo: d'altra parte il concetto comune di densità, quello dell'uomo della strada, si applica piuttosto a materiali e sostanze ritenuti dotati di continuità, come è nella percezione comune e quotidiana, senza sapere nulla di atomi ecc.
Quando si dice di preferire la cioccolata calda molto densa non si pensa certo alla sua composizione chimica e la si ritiene un liquido dotato di continuità.
L'ipotesi dello spazio come materia prima dell'esistente fisico risolve tutti i problemi logici, gnoseologici ed epistemologici inerenti il "costituente ultimo", "l'atomo" (nel senso dell'indivisibile).
Qualsiasi concezione dell'atomo come oggetto, dotato di una "pienezza", collocato in un spazio vuoto è contradditoria, poichè, dovendo avere un'estensione, sarà ancora divisibile e costituito di altro.
Solo il punto adimensionale, geometrico, è indivisibile, ma è il nulla, e non può essere il costituente, fisicamente parlando, di alcunchè.
Però se immaginiamo di modellare,come detto, lo spazio, possiamo fargli avere denstià, per esempio, crescente isotropicametne, a simmetria sferica, a partire da un punto adimensionale, una densità che è, per esempio, nulla in quel punto e, allontanandosi da esso, aumenta fino ad infinito.
L'andamento della densità dello spazio intorno al punto è "solidale" col punto, è "rigido", nel senso che se il punto trasla se lo porta dietro senza alcun ritardo.
In presenza di più costiutuenti ultimi le densità, punto per punto nello spazio, si sommano
Ecco.
Questo è il più banale, il più semplice, intervento di "modellizzazzione" della materia prima.
Tra l'altro, assumendo che la legge della variazione della densità sia data dall'inverso della distanza dal punto centrale, avremmo niente meno che il potenziale di Newton, la cui derivata è la gravità.
Per noi quindi il potenziale gravitazionale altro non è che la densità dello spazio, risultante intorno ad un corpo dalla somma di tutte le denstià dei "costutnuenti ultimi" del corpo.
Ma evidentemente il costituente ultimo non può essere così semplice, non ne verrebbe fuori un Universo come quello che vediamo, ed inoltre non c'è da spiegare solo la gravità.
Occorre modellare in modo assai più complesso lo spazio intorno al punto.
Ma una volta fatto questo lavoro (cioè una volta trovata la complesa equazione che dà l'andamento della densità in ogni punto, fino ad infinito, dello spazio intorno al punto), non ci saranno altre domande sulla costituzione di questo "costiutente ultimo", perchè a tutte le classicche domande sarà già stata data risposta: "Di che cosa è fatto?" - "Come è strutturato?" - "Quanto è grande?" - "Come è fatto il suo confine?".... eccetera.
Restano solo domande che con la "Filosofia Naturale" (la fisica) non hanno a che vedere, quelle inerenti la *natura* dello spazio e l'identità dello scultore, se c'è stato uno scultore, come molti ritengono.
In ogni modo parlare di "particella elementare" per il nostro costuente ultimo non più senso: non è certo una "piccola particella" perchè è grande come tutto l'universo, essendo però "localizzabile" , che più precisamente di così non si può, col suo centro, che è un punto geometrico, la cosa più piccola che ci sia, e non è "elementare", perchè ha una "struttura", descritta da un'equazione, estremamente complessa, in particoalre in un infinitesimo intorno del punto.
Io ho cominciato questo lavoro (la ricerca di questa equazione, a partire da considerazioni qualitative sulla base dell'osservazione della realtà.
Ved. qui:
http://www.lucianobuggio.altervista.org
Luciano Buggio
C'è un'ipotesi che, nè a livello filosofico nè a livello scientifico, è stata mai considerata: l'ipotesi che in ultima analisi esista solo lo spazio, che sia esso la materia priam di cui tutto l'esistente fisico è costituito.
Per "spazio" si è sempre inteso un contenitore, cioè il termine è sempre stato associato alla qualifica di "vuoto".
Lo spazio, che può apparire la cosa con cui abbiamo la massima famigliarità (forse la maggiore famigliarità: concetti come la materia o l'energia ci risultano certamente più complessi) è per noi però un mistero, e quindi, per quel che ne sappiamo, in esso può essere scritta la soluzione di tutti i porblemi posti dalla Filosofia Naturale.
E se lo spazio, insomma, fosse la Materia Prima di cui è costituito tutto ciò che ci appare? Nel senso proprio di una scultura che è fatta, per esempio, di creta, la quale è stata modellata: *c'è solo* (nella percezione dello scultore e di chi ammira l'opera)la creta, e *non c'è* null'altro.
La creta viene modellata creando una variegata superficie che separa il pieno dal vuoto.
Ma come può essere modellato lo spazio?
E' sufficiente ipotizzare che abbia una densità, che può variare, **nel continuo*: è la sua densità che viene modellata, ovvero esso è modellato con valori variabili della densità da punto a punto.
La variazione di una densità, secondo la definizione che di densità si dà in fisica (e non solo) presuppone necessariamente che ciò di cui si definisce la densità sia costituito di parti discrete, "oggetti", cosicchè una densità, da quella di una popolazione a quella di un gas, è maggiore di un'altra se nello stesso volume di spazio vi sono più particelle (o lasso di tempo più eventi).
Ma, come ho detto, si tratta di un'idea nuova, di un approcio inesplorato, e quindi niente di più naturale che si introduca il concetto di densità in deroga are a quella definzione, includendo anche il continuo: d'altra parte il concetto comune di densità, quello dell'uomo della strada, si applica piuttosto a materiali e sostanze ritenuti dotati di continuità, come è nella percezione comune e quotidiana, senza sapere nulla di atomi ecc.
Quando si dice di preferire la cioccolata calda molto densa non si pensa certo alla sua composizione chimica e la si ritiene un liquido dotato di continuità.
L'ipotesi dello spazio come materia prima dell'esistente fisico risolve tutti i problemi logici, gnoseologici ed epistemologici inerenti il "costituente ultimo", "l'atomo" (nel senso dell'indivisibile).
Qualsiasi concezione dell'atomo come oggetto, dotato di una "pienezza", collocato in un spazio vuoto è contradditoria, poichè, dovendo avere un'estensione, sarà ancora divisibile e costituito di altro.
Solo il punto adimensionale, geometrico, è indivisibile, ma è il nulla, e non può essere il costituente, fisicamente parlando, di alcunchè.
Però se immaginiamo di modellare,come detto, lo spazio, possiamo fargli avere denstià, per esempio, crescente isotropicametne, a simmetria sferica, a partire da un punto adimensionale, una densità che è, per esempio, nulla in quel punto e, allontanandosi da esso, aumenta fino ad infinito.
L'andamento della densità dello spazio intorno al punto è "solidale" col punto, è "rigido", nel senso che se il punto trasla se lo porta dietro senza alcun ritardo.
In presenza di più costiutuenti ultimi le densità, punto per punto nello spazio, si sommano
Ecco.
Questo è il più banale, il più semplice, intervento di "modellizzazzione" della materia prima.
Tra l'altro, assumendo che la legge della variazione della densità sia data dall'inverso della distanza dal punto centrale, avremmo niente meno che il potenziale di Newton, la cui derivata è la gravità.
Per noi quindi il potenziale gravitazionale altro non è che la densità dello spazio, risultante intorno ad un corpo dalla somma di tutte le denstià dei "costutnuenti ultimi" del corpo.
Ma evidentemente il costituente ultimo non può essere così semplice, non ne verrebbe fuori un Universo come quello che vediamo, ed inoltre non c'è da spiegare solo la gravità.
Occorre modellare in modo assai più complesso lo spazio intorno al punto.
Ma una volta fatto questo lavoro (cioè una volta trovata la complesa equazione che dà l'andamento della densità in ogni punto, fino ad infinito, dello spazio intorno al punto), non ci saranno altre domande sulla costituzione di questo "costiutente ultimo", perchè a tutte le classicche domande sarà già stata data risposta: "Di che cosa è fatto?" - "Come è strutturato?" - "Quanto è grande?" - "Come è fatto il suo confine?".... eccetera.
Restano solo domande che con la "Filosofia Naturale" (la fisica) non hanno a che vedere, quelle inerenti la *natura* dello spazio e l'identità dello scultore, se c'è stato uno scultore, come molti ritengono.
In ogni modo parlare di "particella elementare" per il nostro costuente ultimo non più senso: non è certo una "piccola particella" perchè è grande come tutto l'universo, essendo però "localizzabile" , che più precisamente di così non si può, col suo centro, che è un punto geometrico, la cosa più piccola che ci sia, e non è "elementare", perchè ha una "struttura", descritta da un'equazione, estremamente complessa, in particoalre in un infinitesimo intorno del punto.
Io ho cominciato questo lavoro (la ricerca di questa equazione, a partire da considerazioni qualitative sulla base dell'osservazione della realtà.
Ved. qui:
http://www.lucianobuggio.altervista.org
Luciano Buggio