Post by Jack Torrancesecondo Luigi Luca Cavalli Sforza, massimo esperto mondiale in questione,
per ogni fattore fenotipico influente, la variabilità all'interno di una
popolazione(il termine corretto, non razza!) è maggiore di quella tra
popolazioni.
Il che oltre ad essere un dato di fatto ha un'interpretazione
che e' questa: quando due gruppi vengono a formare un
gruppo comune, la variabilita' genetica interna al primo
gruppo va a sommarsi a quella interna al secondo, in
modo che quando un fenotipo riemerge, e' ora associato
ad una base genetica piu' ampia.
Ed un ottocentesco, ignorante di genetica, avrebbe
osservato che il fenotipo non conserva la purezza
originaria. Ignorando che la diversita'
fenotipica fra popolazioni diverse e' indice di una
potenzialita' genetica debolmente ampliata (si tratta
di differenze decimillesimali a e-5), quindi
costituisce una ricchezza e non un immiserimento.
Ed ignorando, a volte, che questa diversita' origina
da una deriva aleatoria da un pool genico originario
comune e piu' antico.
Il pregiudizio della "classe eletta" su base razziale
e' antico, purtroppo, e percio' molto radicato, diffuso,
e spesso mascherato. Si potrebbe ragionare a lungo della
sua origine ma non e' questo thread la sede adatta.
Post by Jack TorranceVale a dire che non esiste alcuna popolazione meglio predisposta di altre in
determinati sport.
Questo da cosa lo deduci?
Post by Jack TorranceE' l'influenza culturale, probabilmente a fartelo credere.
Questo e' probabile, in qualche misura, ma non completamente.
Quel che e' certo e' che il sincretismo e la differenziazione
hanno entrambi un ruolo essenziale nel progresso e nella produzione di
eccellenze in campi estremamente definiti.
La specializzazione puo' essere, come dici, un effetto culturale, ma questa
circostanza non e' in linea teorica in contrasto con l'esistenza di
caratteri che la favoriscono.
Per il resto condivido che questi caratteri non siano determinanti, specie
in ambito culturale, e che non siano pertinenza esclusiva di un qualche
genotipo, quanto eventualmente di tratti genotipici, in una societa'
altamente differenziata. Pero', rimarco questo vale
su sports specificissimi, e rimarco ...EVENTUALMENTE...
cioe' in taluni casi. Quando poi si parla di soluzioni
complesse i tratti genotipici non possono avere,
isolatamente, alcun ruolo quindi si impongono altre giustificazioni.
Post by Jack TorranceIl fatto che in Europa la classe numericamente ed economicamente dominante
sia caucasica, ti dà uno scorretto rapporto: gli africani in europa
appartengono necessariamente ad una classe subalterna(dove sono nascosti), e
l'unico ambiente dove possono eccellere è lo sport, perciò li vedi solo là,
perciò ti viene da pensare che eccelgano per una disposizione naturale.
Qui c'e' un misunderstanding. Quello che Cavalli-Sforza
dice e' che la prima componente genica della popolazione
europea mostra un gradiente che si accorda con un fenomeno
di migrazione dalle regioni del Caucaso. Ma dice anche
che la seconda e la terza componente non mostrano affatto
questo stesso gradiente. In base a questo ricostruisce una
vicenda per cui popolazioni stanziali di origine europea,
arrivate in Europa circa quarantamila anni addietro, hanno
dato luogo insieme con popoli di origine caucasica all'attuale
popolazione europea in tempi relativamente piu' recenti,
da diecimila anni fa ad ora, ed arriva a ricostruire
poi anche fenomeni piu' sottili.
La popolazione europea risulta invece caratterizzata,
nel suo insieme, da una certa variabilita' che si
riduce debolmente andando a considerare sottopopolazioni
omogenee per cultura e/o per vincoli geografico-fisici
(quindi indipendentemente dalla considerazione del
fenotipo) il che e' una conseguenza di una proprieta'
statistica elementare.
La popolazione americana e' oggi quella con la
maggiore variabilita' genetica. Mentre fra le
popolazioni pre-1492 l'insieme di quelle
africane da' la somma di quasi tutte le variazioni
esistenti.
Post by Jack TorranceMa è colpa di un falso rapporto, nulla di più.
Per puntualizzare, negli esseri umani non si parla di razze perchè non
esistono gruppi di individui che abbiano e trasmettano alla prole notevoli
differenze geniche rispetto ad altri, ma si parla di Popolazioni, o anche
etnie, dove si identificano notevoli differenze culturali tra gruppi di
individui e conseguenti piccole variazioni fenotipiche abbastanza
ricorrenti.
Questo e' vero ed e' bene osservare che i criteri
di individuazione di una cultura sono molto variabili.
Post by Jack TorranceE si contano decine di popolazioni, non solo africani o asiatici o
caucasici.
Un poco come si contano decine di lingue, religioni etc,
il punto e' che manca una nozione genetica per quanto
riguarda la cultura, in modo che le classificazioni
sono basate su caratteri e tratti a cui diamo importanza
(come ad esempio il capirsi nel parlare). Ma se si
andassero a guardare elementi basici si troverebbero
somiglianze considerevoli e maggiore eterogeneita'
globale.
Chomsky ha tuttavia dato
un contributo significativo in una direzione diversa,
arrivando a sostenere l'esistenza di una struttura base
comune a tutti gli sviluppi linguistici: la "competence". ATTENZIONE che
Chomsky non ha fatto alcuna ipotesi sull'esistenza di un supporto "fisico"
di questa comunanza strutturale, ma si e' limitato ad una fenomenologia. In
tal senso non esiste un DNA della lingua.
Quindi anche se le tesi di Chomsky sono molto avversate,
sembra ragionevole ipotizzare una base comune che si
articola in modi specifici. Ma dove risieda questa base
comune e' molto problematico e comunque secondario rispetto
al problema di come si sviluppa un sistema linguistico.
E da un punto di vista scientifico esiste un problema:
la complessita' degli imponderabili e' complessa da
documentare e sfavorita dal rasoio di Occam. E spesso
assisti, sul piano scientifico, all'affermazioni di
teorie riduzioniste per assenza di spiegazioni
sincretiche.
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